Si inizia con un tratto orizzontale, poi una prima serie di corde fisse, poi un'altra sezione più semplice, un breve passo a sud e poi? Ancora su cavalcando la cresta rocciosa, talvolta larga meno di mezzo metro. E ancora corde fisse, una cresta nevosa, l'anticima, e in breve la vetta. Insomma, è praticamente un percorso obbligato, dalla porta del rifugio alla cima cavalcando la cresta. Non è una cima da prendere alla leggera, va assolutamente evitata con il brutto tempo, diventa impossibile con neve e vetrato, non fa sconti né in salita né tantomeno nella lunga e tecnica discesa.
Prendo lo zaino e controllo il materiale: corda da 50m (occorre lunga, ci sono le doppie in discesa), imbracatura, due rinvii, due friend, l'autobloccante, l'ATC (secchiello/piastrina), moschettone a ghiera grande, una fettuccia con moschettoni. Come vestiti un piumino e un guscio di goretex, un paio di guanti leggeri, preferisco quelli in cuoio, un buff, gli occhiali da sole, la lampada frontale, un litro di integratore e un power gel. Ovviamente casco, ramponi, piccozza e c'è tutto.
Ultimo check: gli scarponi da montagna
C’è quasi tutto. L'attrezzo più importante, quello che mi farà salire metro dopo metro e che sarà la mia principale sicurezza, è già stato riposto nello scaffale. Parlo degli scarponi, che sono un po' come le gomme della Formula 1: puoi avere l'auto migliore, ma se le gomme sono scadenti non vinci, anzi ti schianti! La mia Ferrari si chiama G-Radikal GTX. È uno scarpone nuovissimo, anzi, si tratta di un prototipo che ho già usato per brevi scalate e poi sul Cervino. Senza giri di parole, è il migliore che ho mai avuto per questo tipo di salite, alta montagna su roccia "facile" (fino al quarto grado per intendersi) con misto, neve e ghiaccio, e perciò eventualmente con i ramponi. Fascia il piede perfettamente, appoggia con precisione su piccole tacche e, pur essendo rigido, aderisce incredibilmente sulle placche. Forse questa descrizione suona come pubblicità, d'accordo, ma è soprattutto orgoglio quello che voglio esprimere, perché tutto il team inMont, in qualità di tester, ha collaborato con Garmont per realizzare questo bel prodotto!
Ora sono in branda, dentro al sacco lenzuolo, sono le 8.30 e la sveglia è alle 3.00, il meteo sarà splendido e la montagna è in condizioni perfette. Jamie, il mio cliente, è preparatissimo. Sarà una splendida cavalcata lungo la cresta di questa mitica montagna. E subito è già mattina, fa ancora buio, ci muoviamo lungo il filo di cresta, mentre l’alba s’intuisce dietro le cime.
Poi si accende di rosso, e la luce è di cristallo nell'aria tersa. Ci muoviamo veloci e sicuri, lungo la corda fissa, arrampicando un breve camino, scalando il torrione e camminando lungo la cresta che spiana dopo l'anticima. Percorriamo il nevaio sommitale, riprendiamo la cresta rocciosa, ed ecco, non possiamo salire più! Intorno le cime dell'Oberland, Mönch, Jungfrau, Aletschhorn, Finsteraarhorn, in basso Grindelwald e ai miei piedi la parete dell'Eiger.
Massimo Candolini frequenta la montagna fin da bambino e ha salito numerose vette alpine, con una predilezione per l’inverno, soprattutto per lo sci. Guida Alpina dal 2003, da subito si è dedicato all’accompagnamento classico, alla didattica e alla divulgazione, cercando così di trasmettere agli altri la sua passione per l’alpinismo. È cofondatore del gruppo InMont, con cui Garmont collabora da tempo.
Come accennato da Massimo, InMont ha collaborato attivamente alla fase di test del nuovo scarpone di casa Garmont, G-Radikal GTX, raccogliendo osservazioni preziose per la messa a punto del prodotto. Lavorare con chi vive e frequenta la montagna ogni giorno è essenziale per Garmont: solo così infatti è possibile creare calzature che si adattano davvero alle esigenze dei propri clienti.